Breve descrizione dell'intervento | L’area di progetto si inserisce nel quartiere milanese di Crescenzago, in prossimità del centro storico di uno di quei nuclei abitativi “fuori porta” che per i milanesi, tra il ‘500 e il ‘700 costituirono una meta per le gite e una comoda sede per le residenze estive di campagna che si svilupparono in quei secoli lungo i navigli.
La zona, rientra nel vincolo ambientale di bellezze d’insieme in quanto si affaccia sul naviglio della Martesana.
Ii lotto è fortemente marcato dalla presenza di complessi edilizi di recente realizzazione che hanno sostituito gli elementi di più tradizionale caratterizzazione dei luoghi. È una zona non più connotata dall’estensione dei campi e dalla presenza di cascine tipiche della fascia del Naviglio; mostra invece le caratteristiche tipiche della periferia milanese che risulta inglobata nel contesto urbano dopo l’ampliamento che nel secolo scorso ha trasformato le campagne, in aree cittadine miste industriali e residenziali.
L’unica testimonianza storica residua è una villa dei primi del ‘900 che insiste sul nostro lotto.
Dall’aerofotogrammetrico si possono individuare palazzine residenziali sorte tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso che si alternano, come nel nostro caso a piccole case di fine ‘800 e capannoni industriali più o meno in attività.
Sull’area di intervento, storicamente agricola, insisteva un fienile oggi scomparso e una cascina più volte ampliata sino all’ultima ristrutturazione del ’34 che l’ha trasformata in un’abitazione plurifamiliare.
Il lotto oggetto d’intervento, orientato sull’asse Nord-Sud, era in tre aree: una in cui è presente una villa dei primi ‘900, leggermente arretrata su Via Prandina; la seconda su cui insistevano un capannone industriale e un magazzino con relativi servizi, poi demoliti; e una terza a Nord al confine con una casa ( ex cascina) il cui accesso avviene da Via Meucci 69.
Le preesistenze ed il vincolo hanno portato all’ideazione di una palazzina di sei piani fuori terra più un sottotetto.
Essendo il lotto stretto e lungo con un affaccio ad imbuto sulla strada, dal momento che si è ritenuto fondamentale conservare la preesistenza della villa con il suo giardino, e dovendo rispettare le distanze dei 10 metri sia da questa che dall’edificio a Est sul fronte di Via Prandina, si è venuta a configurare una palazzina sul retro del lotto.
La forma della costruzione in oggetto appare quindi particolarmente articolata per rispettare gli affacci degli edifici esistenti a confine con il lotto di proprietà della Coop. Ed. Torvigneto. Si è reso necessario ipotizzare una costruzione in aderenza agli edifici che si attestano all’interno del nostro lotto, dal momento che un elemento centrale a causa dei dieci metri di distanza da rispettare per legge non avrebbe avuto una profondità di fabbrica sufficiente.
La scelta quindi di appoggiarsi ad Est è dovuta alla presenza della villa sul lato opposto, di modo da creare sulla strada una quinta prospettica immersa nel verde costituito dai cedri della villa e dalla fascia di verde a lato del passaggio pedonale, e lasciare ad entrambi gli edifici la visuale libera. L’edificio risulta arretrato rispetto a Via Prandina per dare agio alla villa e al suo giardino di pertinenza, a lato del quale un viottolo illuminato e costeggiato da un’aiuola con fiori perenni e piccoli arbusti conduce al portico d’ingresso della palazzina.
Dalla via Prandina accanto al cancello pedonale è stato realizzato un cancello carraio di accesso ai box interrati sotto l’edificio.
Questo riprende esternamente gli elementi tipici dei palazzi milanesi: lo zoccolo in intonaco martellinato che corre lungo l’intera facciata; le persiane per l’oscuramento delle finestre. Le tinte, sono state scelte in accordo con la commissione edilizia in sede d’esame per l’autorizzazione paesistica.
Viene proposta una soluzione cromatica a due colori: un rosa salmone contrapposto al grigio, con degli inserti bianchi.
La facciata cieca sul lato Est, riprende riproponendo delle finte finestre che risultano sfondate rispetto alla facciata. La distribuzione interna avviene mediante una scala quadrata, finestrata ad Ovest a cui si accede tramite un comodo androne.
Gli appartamenti variano a seconda dei piani; al piano terra sono stati realizzati tre appartamenti di tre locali, che affacciano direttamente sui rispettivi giardini privati; al primo e al secondo piano si trovano quattro appartamenti di cui due trilocali, un bilocale con cucina e uno con angolo cottura; al terzo e al quarto piano, tre appartamenti di cui un bilocale e per finire il quinto piano sarà composto da due appartamenti dotati di ampie terrazze e un sottotetto non abitabile con tetti a falda.
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